Kandinsky ha l’intuizione più importante della sua carriera negli anni precedenti la prima guerra mondiale. Lavora a Monaco, in Germania, e sviluppa un nuovo linguaggio pittorico, che lo aiuta a creare originali dipinti astratti in diverse serie. E la più famosa di queste si intitolerà Composizioni.

Kandinsky considera queste Composizioni come il risultato della sua filosofia artistica. Ne realizza solo 10 in tutta la sua vita, e ognuna è frutto di un’attenta pianificazione. Composizione VII, di cui parliamo oggi, è ampiamente riconosciuta come la più bella e la più complessa di tutte.

Ovviamente, le Composizioni sono fin dagli inizi molto controverse. Gli spettatori si ritrovano di fronte a grandi dipinti astratti e rimangono completamente sconcertati. Ai primi che li hanno potuti vedere i dipinti sembrano caotici, senza soggetto, struttura o forme riconoscibili.

Kandinsky spiega la filosofia alla base del suo nuovo approccio in un trattato dal titolo Lo spirituale nell’arte del 1911. In quest’opera il colore è un elemento fondamentale. Kandinsky ha sempre considerato il colore come l’elemento più cruciale nei suoi dipinti e viene influenzato dagli scritti del filosofo Rudolf Steiner. Steiner sostiene che ogni colore, ogni percezione della luce rappresenta un tono spirituale. Così Kandinsky fa un passo avanti e inventa il proprio codice colore, attribuendo valori spirituali ad ogni diversa tonalità.

Quando descrive il tono di un colore usa un’analogia musicale e lo paragona al timbro. Con questo Kandinsky è in grado di variare la sensazione e l’emozione che ci trasmettono i suoi dipinti.
Inoltre usa le linee per dare energia ai suoi dipinti. Le linee parallele orizzontali ad esempio rendono l’immagine più stabile, soprattutto ai lati dell’opera. Mentre la linea diagonale rossa fa pensare che ci sia una struttura sotto. Kandinsky fa di tutto per nascondere qualsiasi elemento che può essere riconoscibile che a volte viene chiamato “figurativo” nelle sue opere astratte. Ma alcuni elementi possono ancora essere individuati.

Dal punto di vista tecnico le opere variano a seconda del tipo di immagine che vuole rappresentare. Intitola alcuni dei suoi lavori Impressioni o Improvvisazioni e questi non sono sono studiati nè pianificati. Ma qualcosa cambia con le Composizioni. Ognuna di queste opere è elaborata e studiata e Composizione VII è la forse la più elaborata di tutte.

Ciò che Kandinsky desidera davvero ricreare in arte attraverso questi lavori sono le caratteristiche della musica. Il suo compositore preferito è Arnold Schoenberg, il pioniere della musica atonale.
Riesce a combinare la sua passione per il colore e la musica, rendendoli la base del suo stile astratto. Crede che l’arte di basi sul fenomeno percettivo della sinestesia – secondo il quale la stimolazione di un senso porta alla stimolazione di un altro.
Nel periodo precedente lo scoppio della prima guerra mondiale, fa rapidi progressi verso la pittura astratta. Solo due anni prima della creazione di Composizione VII, i soggetti dei suoi dipinti sono ancora abbastanza espliciti e realistici.

Ma come arriva quindi all’astrattismo? E cosa significa astratto? Se ci riflettiamo bene fra tutte le nuove forme d’arte e movimenti che emergono nel ‘900, l’arte astratta è senza dubbio la più duratura nel tempo. Qualsiasi opera d’arte che non rappresenta un elemento riconoscibile può essere descritta come astratta. Negli anni che precedono lo scoppio della prima guerra mondiale, la nascita dell’arte astratta è un fenomeno che può essere considerato internazionale. Emerge infatti più o meno negli stessi anni in diversi Paesi. In modi tutti diversi. Gli artisti del periodo scoprono la possibilità di usare il colore e le forme ma non per rappresentare per forza la realtà.

Agli inizi del ‘900 si possono fare moltissimi esempi di astrattismo: alcuni lavori di Sonia Delaunay del 1913 in cui le figure umane sono trasformate in forme geometriche. Oppure alcune opere di Duchamp come Il Nudo che scende le scale del 1912. Il quadrato nero di Malevic del 1915 o le opere di Mondrian. Però nei tentativi di astrazione massima non c’è nessun interesse da parte dell’artista di rappresentare o far riconoscere nessuno degli elemento della natura o della realtà. Le opere esaltano la forma, il colore, linea.

00:00 Intro
00:31 Analisi
02:06 Dettagli
05:39 Kandinsky
07:52 Astrattismo
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